TRADIZIONI IN BALLO

Rassegna di eventi dedicati al ballo tradizionale, alle culture musicali ed ai patrimoni orali del Nord Italia.

-> Cena dei Canti al Tavolo

-> Cioca Mars

-> Gran Ballo di Mezza Quaresima

-> Festa di Luglio a Santa Lucia (Quistello MN)

Cena dei Canti al Tavolo

Una cena per assaporare la tradizione culinaria mantovana e passare una serata immersi nei Canti Popolari come usava una volta di ritrovarsi attorno a un tavolo, con un bicchiere di lambrusco e cantare in compagnia. Presentazione delle strofe del canto del CIOCAMARS e occasione per ognuno dei partecipanti di condividere uno o due canti del proprio repertorio. 

 

CIOCA MARS - ANDAR IN CUNTR’A MARS 

Le ultime tre sere di febbraio un tempo erano l’occasione per gruppi di giovanotti per andare incontro al mese di marzo. Armati di bastoni, latte, coperchi e fusti, si aggiravano per le strade dei paesi facendo uno strepito infernale per risvegliare la primavera. 

Tomaso Monicelli scriveva: << Le vie s’affollavano di gente; visi di donne s’affacciavano alle porte e alle finestre, turbe di ragazzi rompevano d’ogni parte, schiamazzando, e la compagnia passava assordante in un vento di uragano. >>  

Il rituale raccoglie due elementi: il congedo dall’inverno per l’arrivo della primavera e l’approssimarsi della stagione degli amori e dei matrimoni. I giovani che percorrevano le vie del paese, infatti, si avvicinavano alle case dove abitavano ragazze da marito e, fermatisi davanti alla porta, intonavano una filastrocca in cui erano rese pubbliche le intenzioni di matrimonio.  

Con il tempo, l’usanza cominciò a degenerare nella farsa e nel grottesco: accadeva così, non di rado, che i giovani buontemponi si fermassero sotto le finestre di una vecchia grinzosa, pettegola e petulante e l’accompagnassero con il giovane più bello del paese oppure con qualcuno che lei proprio non poteva soffrire.  

All’odierna riproposta del Cioca Mars, la compagnia dei canterini associa la tradizionale questua di carnevale. Per l’occasione veniva intonata un’ode alla padrona che provvedeva ad offrire qualcosa da mangiare e da bere per rifocillare la comitiva. Donare qualcosa, “ónsar al spròch”, significava accaparrarsi buona sorte per l’anno avvenire, al contrario essere poco ospitali poteva portare sventura e maledizioni. 

Canti, musiche e balli; un ringraziamento ai padroni di casa e la promessa di tornare l’anno seguente. “Salutem e ringrasiem, turnarém anca stanquén!“. Poi il frastuono a ricoprire di nuovo il silenzio.